Mirandolina

Nella Napoli di oggi, Mirandolina, giovane moglie di Fabrizio, è intenta ad accogliere gli ospiti che hanno prenotato una camera del suo appartamento. Al loro arrivo la stanza non è ancora pronta, il pavimento non è ancora asciutto. Mirandolina trova in questa attesa l’occasione per illustrare la disposizione della camere, vantarsi della finestra dalla quale si può godere della città più vera e offrire ai suoi avventori quel caffè che ormai ha imparato a fare alla maniera dei napoletani. Ma il pavimento bagnato, la finestra sui “bassi”, la preparazione del caffè sono solo dei pretesti per trattenere accanto a sé gli ospiti e non rimanere sola all’arrivo dell’Avvocato.
Mettere alla prova sempre il testo. E allora: il capolavoro di Goldoni ci racconta, soltanto, la vicenda di quest’abile Locandiera che, consapevole delle sue grazie, con arte e sapienza muove i fili degli uomini come se fossero delle marionette? Mirandolina si pone come un’indagine attenta sul lascito della tradizione di questo personaggio femminile. E si scopre che c’è dell’altro .Mirandolina abbandona, quasi senza accorgersene, completamente Goldoni, e può mischiare elementi del contemporaneo (come le cartelle esattoriali) con le grandi riflessioni sul tema del denaro e del potere (nella scrittura e nella recitazione è chiaro il riferimento all’opera di Brecht). Lo scatto d’orgoglio finale, la sua richiesta d’aiuto agli avventori-pubblico è una richiesta che insieme è ribellione: si può ancora accettare tutto questo? Davvero può andare solo e soltanto così? Rispondete ora, non domani.

Mirandolina
drammaturgia e regia di Antonio Carnevale
con Elisa Pastore
produzione Compagnia Carnevale

Finalista Per Voce Sola 2018
Premio Fondazione Carlo Terron 2019

durata: 55 minuti


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